giovedì 19 ottobre 2017

Le nostre proposte sull'autonomia

Noi giochiamo a carte scoperte e la nostra idea di autonomia non abbiamo paura di dirla già ora, senza aspettare il giorno dopo il referendum. Le materie dell’autonomia non sono una questione da trattare un tanto al chilo. Servono poche competenze e mirate. Serve avere autonomia su quelle competenze che possono davvero dare ai veneti più sviluppo e più efficienza.



Dire che si vuole l’autonomia su tutte le materie, come fa il presidente Zaia, significa non dire niente e significa non voler scegliere. Noi crediamo che in questa partita serva un modulo di gioco diverso. Abbiamo analizzato le possibili materie sul quale il Titolo V dà possibilità di maggiori forme di autonomia e abbiamo analizzato le caratteristiche peculiari della nostra regione, anche attraverso il confronto con le categorie economiche e sociali. Non ci sono solo materie sulle quali avere più autonomia può significare sicuramente un valore aggiunto, ma ci sono anche materie che al contrario potrebbe risultare dannoso portare in capo alla Regione. Perché l’autonomia sia davvero motore e leva di sviluppo, efficienza e crescita abbiamo individuato alcune competenze specifiche nel campo del capitale umano (istruzione e tutela della salute), del capitale naturale (tutela dell’ambiente e governo del territorio) e del capitale economico (politiche del lavoro, innovazione e ricerca scientifica, giustizia di pace). Altre competenze tra quelle disponibili, come detto, possono risultare addirittura inopportune perché fanno parte in maniera oramai consolidata dell’azione statale o europea. Penso ad esempio alle risorse energetiche, al commercio internazionale e alle norme sul credito. Campi sui quali serve invece più Veneto e più Europa. In termini di risorse il modello che proponiamo di seguire è quello della compartecipazione come avviene in Friuli Venezia Giulia.






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