giovedì 9 ottobre 2014

70 MILIARDI, DI VECCHIE LIRE, PER IL BIGLIETTO CHE NON C'E'. La storia del biglietto unico del Veneto


Biglietto Unico Emilia Romagna 
30 dicembre 2003, ultima seduta di giunta regionale di quell’anno - presidente Galan, assessore Chisso - tra le numerose delibere una porta un titolo burocratico “Programma regionale di investimenti per tecnologie del trasporto pubblico locale 2003/2004”. E di un grande investimento effettivamente si tratta: 38 milioni di euro (più di 70 miliardi di vecchie lire) per realizzare “un sistema di bigliettazione automatico unificato su base regionale…in modo da permettere con una tessera unica di poter utilizzare tutti i mezzi pubblici della Regione…”. Il biglietto unico veneto, come c’è in tante aree urbane d’Europa, ma pure in Lombardia o in Campania. Con un solo biglietto si può utilizzare l’autobus extraurbano, quello urbano, la ferrovia regionale, la metro (dove c’è). Quindi: un sistema di bigliettazione automatico, che faccia dialogare i vari gestori, con una tariffa unica e una banca dati unica. Prontamente il finanziamento è suddiviso per 11 - dico 11 - progetti che coinvolgono i gestori dei vari servizi urbani ed extraurbani del Veneto. Termine per la conclusione del progetto: fine 2006.
Nel luglio del 2004 la giunta, sempre Galan/Chisso, addotta gli standard tecnici che le aziende di trasporto devono rispettare in modo che ogni sistema di bigliettazione possa integrarsi con gli altri.
Il 2006 arriva in fretta e i progetti non sono conclusi e quindi, all’italiana, si proroga e si proroga ancora. A marzo del 2009 Dolomiti Bus (Belluno) e il Comune di Vicenza (AIM) non hanno ancora proceduto ad assegnare la commessa per il biglietto automatico, mentre il biglietto SITA (Padova) Trenitalia finisce in contenzioso perché il sistema non funziona. Rimangono quindi 4,9 milioni di euro non utilizzati che vengono riassegnati fissando il
temine ultimo del 31 dicembre 2010 per la realizzazione dei progetti.
Giugno 2010: habemus ticket, forse. L’assessore Chisso annuncia alla stampa che ACTV Venezia, ATVO del Veneto Orientale e ATV Verona superano le verifiche tecniche di interoperabilità. Dopo sette anni la commissione tecnica dichiara che i biglietti delle tre aziende sono potenzialmente integrabili. Potenzialmente, salvo che tra Verona e Venezia in mezzo ci stanno i vagoni di Trenitalia su cui si sale con un altro biglietto. Per gli altri 8 progetti proroga al settembre del 2011 e siamo pure a 8 anni dall’avvio del biglietto unico.
Ottobre 2013: le quattro società di trasporto pubblico locale del trevigiano si avviano a fusione e chiedono altri 150.000 euro per integrare i loro sistemi di bigliettazione.
2014: dopo 10 anni e 70 miliardi di vecchie lire (38,8 milioni di euro) il biglietto unico regionale è ancora sulla carta. Anzi nel Programma Attuativo Regionale dei fondi europei FAS, presentato nel 2011 dal Veneto, vengono destinati altri 10 milioni di euro per il biglietto unico, che al momento non ci risultano utilizzati. Ma la ciliegina sulla torta arriva poche settimane fa. Nel documento di programmazione per i fondi europei 2014/20 eccolo ricomparire: altri 13 milioni di euro per un “Sistema di trasporto intelligente”, che si traduce in contributi per “l’attivazione di sistemi di bigliettazione elettronica…per quelle realtà che ancora non ne sono dotate”.
Da qui la mia richiesta che vengano immediatamente rendicontati i tanti milioni spesi senza che del biglietto unico ci sia traccia. 

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