domenica 26 ottobre 2014

UNA METROPOLITANA DI RICORSI

SFMR, l'acronimo che sta per servizio ferroviario metropolitano regionale, segna un altro record. Dopo oltre 20 anni rimane irrealizzato e colleziona l'undicesima sentenza sul contenzioso che vede contrapporsi la NET Engineering, la società di ingegneria  che due decenni fa fece il progetto, e la Regione Veneto che avrebbe dovuto realizzarlo. L'ultima sentenza della Corte d’Appello di Venezia  ha respinto infatti il ricorso della Regione contro il lodo arbitrale che riconosce alla società di progettazione NET Engineering crediti per circa 30 milioni di euro per lavori non pagati, interessi maturati e danni patrimoniali. 
Una storia lunghissima da quando nel 1990 la Giunta Regionale scriveva  nel Piano Regionale dei Trasporti che "Le difficoltà di movimento delle persone (oltre delle merci), all’interno delle aree a più alta intensità abitativa – vi si legge - non possono essere superate se non con il ricorso al trasporto in sede fissa, per sfruttarne la facilità di penetrazione fin nel cuore delle città. Da qui la necessità di avviare un processo di integrazione metropolitana dell’area diffusa facente capo ai poli urbani di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza" e che  "Per raggiungere questo obiettivo si potrà costruire gradualmente un Sistema Metropolitano Regionale (…)." Pure lo Stato ci credeva, fa approvare il progetto dal CIPE per un valore di 630 miliardi di lire, siamo nel 1995, e assicura il 50 % di finanziamento. La Regione nel frattempo costituisce una società ad hoc, la Metropolitana spa che affida a NET Engineering la realizzazione della progettazione definitiva ed esecutiva. Ma il matrimonio dura poco, già nel 1996 iniziano i ricorsi e gli arbitrati, sul chi fa cosa. Poi nel 1998 si riformula il contratto, il matrimonio sembra tenere, lo Stato stanzia 182 milioni di euro, siamo nel 2000. L'otto marzo del 2001, festa della donna, il Gazzettino titola a cinque colonne:"Metropolitana di superficie: al via ai lavori. Oggi partono i lavori del primo stralcio funzionale - dichiara trionfale il presidente Galan - che saranno portati a termine entro i prossimi anni, contribuendo in maniera assai rilevante a spostare traffico dalla strada alla rotaia». E invece no, la coppia scoppia, nel 2007 ricominciano i "tradimenti", si nominano periti e controperiti, e intanto il Veneto non incassa i 182 milioni dello Stato.  La Metropolitana Regionale langue, si ripetono i ricorsi e controricorsi, fino all'ultimo di pochi giorni fa.
E’ evidente che il presidente e la sua Giunta hanno completamente abbandonato a se stessa quest’opera.  La controprova schiacciante emerge peraltro dallo stesso rapporto regionale sugli appalti pubblici, nel quale si riporta che sono ben 9 gli interventi incompiuti che riguardano la metropolitana di superficie. Una voragine  del valore di oltre 70 milioni di euro, mentre del SFMR non si vede neanche l'ombra. Nel Veneto corre una lunga metropolitana di ricorsi, di cantieri incompiuti, e Zaia fa la voce grossa con Trenitalia per i disservizi senza aver mosso un dito perchè del servizio metropolitano si vedessero finalmente i treni anzichè le carte bollate.

lunedì 20 ottobre 2014

REGIONI: TAGLI SI, TAGLI NO. TAGLI COME


Regioni sprecone, devono tagliare. E no, sprecone sarai tu Stato e quindi taglia tu. Il dibattito si infiamma dopo la presentazione della legge di stabilità e la previsione di un taglio dei trasferimenti alle regioni di oltre 4 miliardi di euro. Ognuno a difendere il proprio, si dirà. E poi dopo gli scaldali e i Fiorito di turno con che faccia tosta le regioni pretendono di alzar la voce? La situazione della finanza pubblica italiana è talmente grave che senza uno sforzo collettivo, e cooperativo, tra tutti i livelli di governo per una riduzione della spesa che liberi risorse per i consumi, gli investimenti, l' occupazione, l'uscita dalla crisi non ci sarà. E' questa la considerazione che va posta in premessa e l'obiettivo che Renzi, giustamente, intende raggiungere . Perciò lo sforzo deve riguardare anche le regioni, come pure i ministeri. Se si vuole uscire dai twett per entrare nel merito meglio concentrarci sul tagliare quanto, cosa e come. Se il quanto vale 4 miliardi nel cosa non può non rientrare la sanità e il trasporto pubblico locale, le due voci che pesano per oltre il 70% dei bilanci delle regioni (il Fondo Nazionale Trasporti vale 4.9 miliardi di euro, il Fondo Sanitario Nazionale 107 miliardi di euro). E' questo il primo motivo di contrasto perchè è difficile, per Chiamparino "matematicamente impossibile", assorbire quel taglio senza toccare i servizi. Pure altri capitoli possono contribuire seppure non in maniera così consistente, dalla riduzione dei costi della politica all'accorpamento di aziende pubbliche e partecipate, come  una spending rewiev dei mille rivoli del bilancio regionale.  Infine il come: il taglio è lineare (meno tot per tutti) o selettivo (taglio dove  si spende di più)? Sappiamo che l'adozione dei costi standard per la sanità permetterebbe una significativa riduzione della spesa complessiva, premiando gli efficienti e penalizzando gli inefficienti. Perchè non cogliere questo passaggio così difficile e così necessario per spingere sul pedale dell'efficienza della spesa a livello nazionale come regionale? Se si utilizza un buon come anche il cosa può risultare meno drammatico di quanto non si dica. E' questa la strada stretta da percorrere perchè in ballo c'è molto di più anche delle legittime recriminazioni. C'è un paese che annaspa cui bisogna dare una prospettiva.
Il rapporto del Commissione Paritetica sul Federalismo Fiscale che mostra chi ha tagliato dal 2008 al 2013