domenica 14 settembre 2014

UNA SERRA PER L'ORTO, BOTANICO



Dalla prossima settimana sarà aperta la nuova serra dell'orto botanico di Padova che da cinque secoli coltiva il fascino, il silenzio e la discrezione delle piante. Con questa realizzazione l'orto patavino si proietta nei prossimi secoli, integrando architettura sostenibile, esplorazione della biodiversità e divulgazione. Dal 1545, anno della sua fondazione, ma ben prima lo studio delle piante officinali si praticava  a Padova, la storia della botanica ha percorso i vialetti circolari dell'orto, tanto che a Uppsala come a Jena, si costruirono orti sul modello padovano. L'elenco di coloro cui fu affidata la custodia horti comprende alcuni dei nomi più importanti della scienza padovana, il botanico Michiel e il medico Falloppio tra gli altri, il quella culla culturale che la Serenissima proteggeva gelosamente dalle ingerenze ecclesiastiche. Se all'inizio lo scopo era lo studio delle piante officinali, tanto da trovar scritto che "la istituzione dell'orto reca decadimento alle terme euganee, quasi che gli uomini credano che i morbi siano cacciati più presto dall'azione delle erbe che da quelle delle terme..." nel tempo l'attività scientifica ha preso il sopravvento.

Ma l'apertura della serra ha il sapore di quelle realizzazione che ammiriamo, e spesso invidiamo, in molte città europee, dove la voglia di innestare il futuro nel passato spinge a innovare senza tradire. Un segno in controdendenza in questo nostro Veneto troppo teso a conservare, poco aperto al mondo e all'europa, almeno nelle sue visioni politiche.
Ma tralasciando la politica, se si ha voglia di respirare i tempi queti dei vegetali e lasciarsi trasportare nelle meraviglie del mondo della clorofilla, vale proprio una visita.
l'orto "antico" e sulla destra la nuova serra

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