lunedì 19 maggio 2014

THE DARK SIDE OF EUROPA

Dell'Europa conosciamo la moneta, che portiamo in tasca ogni giorno, poi questo confuso dibattito sull'austerità, di cui sarebbe responsabile la Germania e la cancelliera Merkel, quindi la Banca Centrale governata da Mario Draghi, i tassi di interesse, il fiscal compact e così via. Pochi conoscono l'altra faccia dell'Europa, quella dei fondi strutturali destinati alle regioni e alle città, quella dei programmi di finanziamento per la ricerca e l'innovazione come Horizon 2020, quelli per l'occupazione giovanile, come Garanzia Giovani da poco avviato anche in Veneto. L'ossessione per l'europa monetaria/finanziaria fa comodo a chi vorrebbe che altri risolvessero i nostri, tutti nostri, problemi di debito pubblico. O a chi per non risolverli pensa che si possa uscire dall'euro come si esce da un cinema se il film non piace. Solo per il Veneto i fondi strutturali della programmazione 2014/2020 saranno di quasi 2,5 miliardi di euro. Fondi destinati ad azioni di sviluppo, da spendere bene, selezionando obiettivi strategici secondo le tre parole d'ordine di questi prossimi sette anni: crescita intelligente, sostenibile, inclusiva. Entro il 22 luglio anche il Veneto, come tutte le altre regioni europee dovrà presentare il proprio Programma Operativo per questi fondi, un passaggio importante anche in considerazione del fatto che queste saranno le uniche risorse aggiuntive per le politiche regionali dei prossimi anni. . Per le azioni di Garanzia Giovani il Veneto avrà a disposizione 83 milioni di euro per iniziative mirate all'occupazione/formazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Sarebbe bene che si parlasse anche di questo in queste ultime giornate prima delle elezioni di domenica, di questa faccia "oscura" dell'Europa, oscura perchè non conosciuta, ma piena di opportunità.
Una sisntetica presentazione delle politiche europee per il 2014/20
EUnews.Un buon sito per seguire il dibattito sull'Europa

sabato 3 maggio 2014

SE LA FENICE FA DA VOLANO


Con la cultura non si mangia è stata una delle celebri dichiarazioni di un noto ministro all'economia della nostra Repubblica. Intuitivamente a molti era sembrata una fesseria e infatti si moltiplicano gli studi econometrci sulle ricadute delle attività culturali. Di poche settimane fa quello che analizza le ricadute economiche del Teatro la Fenice di Venezia, uno dei più celebri teatri d'opera del mondo. La Fenice ha da tempo intensificato le proprie attività, diversificando il cartellone, coinvolgendo scuole e famiglie, aprendo il teatro alla visite e così via. La Fenice, come tutti i teatri del mondo, vive anche grazie al contributo pubblico, principalmente del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Veneto e del Comune di Venezia. Ebbene il moltiplicatore vale 2,9, per ogni euro di contributo pubblico la Fenice genera 2,9 euro di impatto economico complessivo. Un gran bel volano, anche occupazionale. Un motivo in più per non credere al quel ministro, di cui peraltro si son perse le tracce, e per dire che i tagli alla cultura fanno male all'economia.