mercoledì 19 marzo 2014

VENICE WANTS TO LEAVE ITALY......?

"Venice wants to leave Italy" ha titolato il quotidiano Sunday Morning. Pure l'austera BBC ha ripreso la
notizia e il Daily Express ha annunciato . Venezia vuole lasciare l'Italia, secondo alcuni commentatori stranieri a fronte del referendum autogestito degli indipendentisti veneti. Sul numero di coloro che avrebbero espresso la loro opinione difficile dare un giudizio, ma un metodo semplice, verificabile, chiaro per stabilire cosa vogliano realmente i cittadini della nostra regione esiste. Il prossimo anno ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, tutte le forze politiche e i loro candidati dichiarino apertamente se sono autonomiste o indipendentiste. La posizione del Partito Democratico è nota da tempo, il presidente Zaia e i partiti che lo sostengono, Lega, Forza Italia e Nuovo Centro Destra,  continuano invece a giocare sull'ambiguità. Vedremo così se gli indipendentisti raccoglieranno consensi a due cifre, come in Catalogna, o l'uno virgola come alle ultime elezioni politiche. Si metterà così fine a un dibattito surreale e a fantasiosi titoli dei giornali stranieri.

giovedì 13 marzo 2014

"RIVOLGERSI AGLI OSSARI.NON SERVE BIGLIETTO"

Cento anni dall'inzio della Grande Guerra, quella che per noi è la guerra del 15/18, ma che inizia nel 1914 con l'attentato di Sarajevo. Tutti i paesi europei hanno predisposto grandi programmi di celebrazioni, iniziative di divulgazione, di studio, di valorizzazione dei luoghi e dei segni storici, Francia e Austria in primis. Il Veneto è stato uno dei teatri più sanguinosi di quel conflitto, tanto che l'intera linea pedemontana è segnata dalla catena degli ossari, con cui il regime del ventennio fascista mitizzò il primo conflitto mondiale. Per stare al vicentino, Pasubio, Tonezza, Asiago, Grappa, e tra loro sentieri e strade militari, trincee e gallerie. Le piccole dolomiti e l'altopiano come paesaggi  naturali e storici, storico-naturali, che ancora oggi incantano per bellezza e inorridiscono per tragedia. Andrea Zanzotto, nato e cresciuto lungo la linea degli ossari, amava passeggiare tra l'isola dei morti sul Piave e le forre del Montello, e scrivere dell'impasto di roccia, terra, sangue e vegetazione del paesaggio veneto.In  Il Galateo in Bosco, una raccolta poetica pubblicata nel 1978, ha scritto versi indimenticabili come nella poesia "Rivolgersi agli ossari. Non serve biglietto. Rivolgersi ai cippi. Con il più disperato rispetto. Rivolgersi alle osterie. Dove elementi paradisiaci aspettano.....". Con il bilancio diquest'anno anche la Regione Veneto ha scelto di investire per restaurare luoghi e segni  della Grande Guerra, e offrirli ancora come teatro, questa volta della memoria.

giovedì 6 marzo 2014

CAPANNONE, CASA, CAMPANILE. IN EUROPA NON BASTANO PIU'



Capannoni, tanti, piccoli e grandi e ovunque. Come segno fisico di un sistema economico di piccole e medieimprese. Più piccole che medie. A volte in distretti, ma non sempre. Per la maggior parte imprese della manifattura o della catena di fornitura della manifattura. Poi la casa, non solo come proprietà ma come luogo del welfare, fatto prima di tutto dalle reti familiari e solo se costretti dalle reti dei servizi sociosanitari, che infatti in Veneto hanno un costo tra i più bassi d'Italia. E il campanile, lo spazio locale, la dimensione comunale, come luogo dello sviluppo economico (con la sua zona artigianale), delle opportunità di formazione, delle occasioni di lavoro. Infine il territorio come mero contenitore, sfondo indistinto e teoricamente "illimitato". Capannone, casa e campanile, i tre fattori di sviluppo del Veneto già locomitiva del nordest, sono stati investiti dalla crisi e si mostrano stremati. La manifattura da sola non sembra in grado di riprendere la via della crescita, la famiglia di reggere le nuove povertà  e il peso dell'invecchiamento della popolazione, lo spazio locale di assicurare le condizioni di governo dello sviluppo. La pubblicazione del rapporto 2014 sull'innovazione delle regioni d'Europa (Regional Innovation Scoreboard) mette il Veneto dietro le regioni leader, dietro anche alle inseguitrici delle leader (le follower). Stiamo tra le "moderatamente innovatrici", investiamo poco in ricerca e innovazione in rapporto al PIL, la quota di popolazione con formazione terziaria e troppo bassa. Impresa/ricerca/innovazione è la sfida della manifattura, un welfare inclusivo per le famiglie venete sempre più piccole e l'accessibiità a uno spazio metropolitano con un buon servizio di trasporto pubblico sono le traiettorie di un Veneto che voglia confrontarsi con lo spazio europeo. E l'evidenza che il territorio non è contenitore illimitato, ma dimensione limitata, fragile e vulnerabile a fronte del cambiamento climatico. Capannone, casa e campanile non sono più sufficienti per trainare lo sviluppo e lo sviluppo deve fare i conti con il territorio. Su questo vorremmo si discutesse nel decidere del bilancio della Regione per il 2014 e dei fondi europei della programmazione 2014/2020.