martedì 31 dicembre 2013

LA DISDETTA DEL TRENO

Arriva il penultimo giorno dell'anno l'annuncio che la Regione Veneto non intende rinnovare il contratto di
servizio con Trenitalia. Il contratto per la gestione delle linee regionali scade a fine 2014, ma il presidente Zaia anticipa con una lettera a Moretti l'intenzione di voler affrontare una gara per l'affidamento del servizio. La scelta non dipende dall'avvio disastroso del nuovo orario cadenzato, dice Zaia, anche se poi aggiunge «se l'idea di fondo è quella di una metropolitana di superficie, questa presuppone puntualità, capacità, cioè numero di vagoni, confort e ospitalità: tutte cose che non può garantire la Regione, ma deve farlo il gestore, pagato con i soldi dei veneti per risolvere i problemi". E prosegue con ".. è certo   che  non ci facciamo bella figura, specie con i turisti, perchè lascio immaginare cosa succederebbe se ci fosse un "trip advisor" dei treni. Ma prima di tutto vengono i centomila veneti che usufruiscono giornalmente di questo servizio, che hanno diritto ad essere rispettati fino in fondo". Zaia si accorge ora delle condizioni pessime del servizio ferroviario in Veneto, ma finge di non sapere che negli ultimi quindici anni il Veneto, regione di cui è presidente da quattro anni e di cui è stato anche vicepresidente nell'era Galan, ha lasciato che il treno andasse alla deriva, puntando tutto su strade, superstrade e autostrade. La situazione di oggi è frutto delle scelte di ieri, cioè della decennale mancanza di investimenti da parte della SUA, e nostra, regione. Tanto che il Veneto è oggi  tra le regioni con la più bassa spesa pro-capite per il servizio ferroviario. E i risultati si vedono. Certo il gestore ha le sue colpe, e tante, ma quando si paga poco si ottiene poco, ma davvero poco. Ora Zaia annuncia la gara,

mercoledì 18 dicembre 2013

RIAPRONO LE GALLERIE DELL'ACCADEMIA A VENEZIA. UNA BUONA NOTIZIA DAL VENETO

Ci sono i forconi che bloccano le rotatorie, i treni regionali che collassano con il nuovo orario cadenzato, e
L'uomo Vitruviano, alle Gallerie dell'Accademia
tante altri motivi di protesta e recriminazione. Ma la notizia di oggi per me è la riapertura completa delle Gallerie dell'Accademia a Venezia, dopo oltre dieci anni di restauro, 26 milioni di euro di spesa.
I lavori di restauro e conservazione delle fabbriche antiche del complesso della Carità raddoppiano gli spazi a disposizione del Museo e portano l’attuale superficie di 6.000 mq a oltre 12.000 mq.Sono stati predisposti spazi per l'accoglienza dei visitatori, la caffetteria, una sala conferenze e, al piano terra della chiesa, un’ala dedicata alle mostre temporanee.
Si potrà accedere all’ampia corte interna dove Andrea Palladio, tra il 1561 e il 1563, costruì un bellissimo edificio dove tre stili architettonici si fondono. Nell’ala palladiana si trova anche la famosa scala ovata di cui Goethe nel 1786, disse che è “la più bella scala a chiocciola del mondo” tanto che “non ci si stancherebbe mai di salirla e scenderla”.
Saranno disponibili 30 nuove sale espositive, di diverse dimensioni,che faranno delle Gallerie un museo dalle dimensioni europee, valorizzando quello straordinario patromonio artistico in grado di generare non solo cultura, ma anche economia. E al centro la bellezza della pittura dei grandi maestri, da Giorgione a Tiziano, da Tiepolo al Canaletto.

martedì 10 dicembre 2013

SE LA FENICE SUONA IL CADENZATO

Conto alla rovescia per l'avvio dell'orario cadenzato delle ferrovie regionali del Veneto. Le ultime settimane sono state un bollettino di proteste, richieste, rassicurazioni. Comitati di pendolari, presidi di scuole, sindaci e perfino gli orchestrali del teatro la Fenice. Settantadue musicisti del celebre teatro veneziano hanno scritto una lettera di protesta dove fanno notare che con il nuovo orario non riuscirebbero a tornare a casa dopo i concerti. Già, perchè una delle trovate per far partire questo orario cadenzato "sparagnino", è quella di tagliare le  prime corse del mattino e le ultime della sera, oltre che quelle del sabato e della domenica. "Sparagnino" perchè si è voluto che il servizio costasse come prima, o quasi, a fronte di una domanda di mobilità che non è più come prima. Per la cronaca se vi trovate a Venezia  per una serata alla Fenice, ma pure per una passaggiata fra le calli, l'ultimo treno treno per Vicenza parte alle 22,35. Orario da metropoli, o meglio, da metropoli che va a dormire con le galline e il sabato domenica si rinchiude nel contado. Così il Veneto perde un'altra occasione per diventare una regione europea, dove i treni urbani circolano almeno fino a mezzanotte e il fine settimana ci si sposta di città in città. Anche nella scelta del nuovo orario cadenzato si mostra tutta l'ottica "provinciale" del governo veneto, che non è solo difesa delle provincie, è pensare che alla Fenice ci vadano solo i veneziani. Nel frattempo alcune notizie, buone e cattive: 12 nuovi treni entreranno in servizio per il 15 dicembre, altri otto sono attesi per marzo del prossimo anno. La negativa: con la Lombardia ad oggi nessun accordo per gli interregionali e al momento si garantiscono tre corse da Verona  Brescia, da li in poi ci penseranno i treni regionali lombardi.
In attesa di una campagna informativa degna di questo nome è stato attivato un indirizzo mail per le segnalazioni (sic!)nuovoorariocadenzato@treniveneto.it.
Questo cadenzato suona un pò stonato.