lunedì 21 ottobre 2013

IL TRENO DEI DESIDERI IN VENETO NON ARRIVA

Il trasporto pubblico regionale ferroviario in Veneto è costato 273 milioni di euro nel 2012. Quasi
quattrocentomila i passeggeri medi settimanali che hanno utilizzato i vagoni  di Trenitalia, gestore del sevizio in base al contratto in vigore con la Regione Veneto. Questi i primi dati contenuti nel rapporto di monitoraggio (link al  documento in coda al post) che l'Osservatorio della Spesa e delle Politiche Pubbliche del Consiglio Regionale ha  consegnato la scorsa settimana ai consiglieri veneti. Il rapporto passa al setaccio qualità e quantità del servizio, norme contrattuali, suddivisione dei costi, andamento dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti, multe e sovrapprezzi, puntualità  e regolarità del servizio. Una fotografia impietosa di un servizio che vorremmo di profilo europeo (S-bahn dei miei desideri......) ma che invece accumula ritardi e soppressioni, sovraffollamento a condizioni contrattuali paradossali. Ma procediamo con ordine. L'attuale contratto tra Regione Veneto e Trenitalia risale al 2009 e scadrà nel 2015. Si tratta di un contratto "a catalogo", vale a dire che il corrispettivo non si basa sull'ammontare dei km percorsi,  "treni*km", ma sulle ore di servizio. Ore che hanno costi diversi a seconda del giorno, feriali/prefestivi/festivi, dell'ora del giorno, diurno/notturno, del tipo di materiale rotabile e  della frequentazione.  Costa di più un'ora di treno effettuata la domenica (18% in più), oppure effettuata dopo le 22, 16% in più). Se la frequentazione è inferiore del
20% dei posti offerti è prevista una maggiorazione di costo, e quindi un maggior introito per Trenitalia che per il 2012 ha raggiunto il valore di 3,9 milioni di euro. Siamo quindi al paradosso per cui risulta conveniente per il gestore un minor utilizzo dei treni! Lo scorso anno sono stati soppressi 7.407 treni, per il 57% a causa di guasti tecnici attribuibili a Trenitalia, a testimoniare della scarsa qualità di treni e carrozze in esercizio. 793 soppressioni si sono verificate sulla direttrice Venezia-Verona, la più frequentata con più di 90.000 passeggeri medi settimanali. Vale a dire due soppressioni al giorno, per un quarto dei quali non è stata effettuata nessuna sostituzione di corsa. Numeri nudi e crudi di una situazione ben nota ai pendolari veneti, frutto di un combinato derivante dal monopolio di Trenitalia e dalla logica tutta "autostradale" della lunga stagione del governo veneto di Galan. Ora si annuncia per metà dicembre il nuovo orario cadenzato, principio sacrosanto, ma lo si vuol realizzare senza metterci un euro di più e soprattutto senza la sicurezza di un profondo rinnovo del materiale rotabile, locomotori e vagoni, la cui non-affidabilità è la principale causa del dis-servizio attuale. In Europa si investe in mobilità ferroviaria, in Veneto si progettano ancora bretelle, passanti, tangenziali......c'è bisogno di un profondo cambio di binario.
Alcuni dati sulle linee vicentine
La prima parte del rapporto. Contratto e offerta servizio
La seconda parte del rapporto. Il servizio erogato

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