Ieri in Consiglio regionale è andata in onda la terza puntata della discussione sulla proposta di referendum per l'indipendenza del Veneto. Netta la scelta di campo del presidente Zaia che, a dispetto dei pareri di illeggittimità formulati dai suoi stessi uffici, ha sposato la causa indipendentista, annunciando che la seduta sarebbe stata storica. Si è così lanciato in spericolati paragoni con le mobilitazioni catalane e i moti degli abitanti delle highlands scozzesi. Ma la giornata storica è durata ben poco, è bastata la richiesta di rinvio in commissione della proposta di legge in discussione, fatta da un consigliere del PDL, per veder sfarinarsi la "sbrisolona" maggioranza del governo veneto. Così, tra le urla dei venetisti, il referendum affogava in laguna. Più che la giornata dell'indipendenza DEL Veneto, quella di ieri è stata la giornata dell'indipendenza di Zaia DAL Veneto .
Indipendenza dalle concrete necessità di questa regione, dal bisogno di autonomia realizzabile, dalla capacità di assumersi responsabilità di
cambiamento, senza fuggire tra i fiordi scozzesi e le spiagge della
Costa Brava catalana.
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