mercoledì 17 luglio 2013

UNA LETTERA A RENZO ROSSO

Il 12 luglio scorso Renzo Rosso, patron della Diesel, ha rilasciato una intervista al Giornale di Vicenza. I suoi
giudizi sull'Italia, sulla politica (ma poteva mancare.....), sono molti netti e perentori. Con Giorgio Santini gli abbiamo scritto una lettera aperta, ripresa ieri sempre dal Giornale di Vicenza, per aprire un dibattito che chiama in causa, in questo difficile momento,  non solo la politica ma anche l'impresa.

  "Carissimo Renzo Rosso, come molti altri vicentini nutriamo nei suoi confronti una grande stima. Lei è uno dei più importanti imprenditori italiani, che ha saputo costruire dal nulla un gruppo industriale leader al mondo, portando lavoro, innovazione e sviluppo sul nostro territorio. Anche per questo l'intervista che lei ha rilasciato venerdì scorso a Il Giornale di Vicenza ci ha molto preoccupato.  Fare impresa oggi in Italia e anche nel Veneto è davvero difficile. Il fatto che lei resista in un settore come la moda, affermando con il marchio Diesel un nuovo stile per milioni di persone in tutto il mondo, le rende un grande merito. Un merito che va ben oltre i riconoscimenti ricevuti finora, dal cavalierato alle lauree honoris causa o agli articoli sui grandi magazine. Lei però non è solo un imprenditore, ma anche un cittadino illustre che rappresenta di fatto la nostra comunità nel mondo, una comunità operosa che ha contribuito in una certa misura anche al suo successo imprenditoriale e alla quale tutti riconoscono i valori della concretezza, della dedizione al lavoro, della capacità di sviluppo autonomo. Per questa comunità forse è arrivato il momento di fare di più.
Come imprenditore e, soprattutto, come rappresentante di questa comunità, lei non può sottrarsi alla responsabilità di esprimere una nota di ottimismo e di avanzare proposte concrete. Non può rinunciare alla sua forza d'animo e al suo impegno per il rinnovamento delle istituzioni. Perché questo fa oggi la differenza tra un cittadino qualsiasi, che si lascia trascinare dai luoghi comuni sulla crisi - come l'opinione di un'Italia solo per vecchi, in mano a politici incompetenti e corrotti, da cui non si può che fuggire - e un cittadino attivo, rivoluzionario, capace di anticipare con idee e opere concrete l'alba di un nuovo Rinascimento manifatturiero. In questo momento di grave crisi della fiducia nelle istituzioni e nello stesso modello di sviluppo che ci ha portato nel club delle economie più forti al mondo, il nostro territorio ha un bisogno vitale di intelligenze vivaci e coraggiose come la sua. Le chiediamo scusa se la prendiamo come riferimento di una riflessione sull'industria vicentina. Siamo nati e cresciuti come lei in questa terra e ci siamo impegnati per il riscatto del lavoro, per un sistema economico più produttivo ed equo, per dare un futuro ai giovani. Abbiamo sempre pensato che imprese come Diesel, Dainese, Fiamm, Conceria Montebello, Vimar e tante altre siano esempi di una cultura industriale buona per il mondo, non solo per i vicentini. Continuiamo a pensare che la nostra terra abbia il compito di mostrare al mondo che industria e territorio, impresa e lavoro, possono convivere felicemente, non solo per produrre beni e servizi per il mercato, ma anche per ri-produrre e rinnovare continuamente l'ambiente sociale, naturale e istituzionale nel quale viviamo.  Abbiamo un compito molto difficile davanti a noi: reagire alla peggiore crisi economica della nostra storia recente, contribuendo a cambiare in profondità le istituzioni politiche ed economiche dell'Italia. Per questo le chiediamo di fare un passo avanti, assumendo, oltre al ruolo di imprenditore, anche un impegno collettivo. Deciderà lei come farlo, se con un progetto per la comunità, con idee utili per migliorare l'amministrazione pubblica, o assumendo un ruolo nelle associazioni. In un momento così difficile, servono responsabilità, determinazione e voglia di cambiare dall'interno le nostre istituzioni."
Stefano Fracasso, Consigliere regionale del Veneto 
Giorgio Santini, Senatore della Repubblica







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