martedì 23 luglio 2013

PERCHE' RINGRAZIARE CALDEROLI

15 luglio 2013, con una delle sue proverbiali e formidabili dichiarazioni, l'onorevole (ma si può dire che sia
tale?) Calderoli semplifica quanto settantacinque anni prima un manipolo di scienziati (ma anche di questi si può dire che fossero tali?) aveva pubblicato sul Giornale d'Italia. Era appunto il 15 luglio, ma del 1938. Vale la pena di leggere qualche riga di quel manifesto:
"La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi...... E' necessario fare una netta distinzione fra i mediterranei d'Europa (occidentali) da una parte e gli orientali e gli africani dall'altra. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei 
Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra–europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani." Uscì così il primo numero della rivista "La difesa della razza". A settembre di quell'anno Benito Mussolini annunciò dal balcone del Municipio di Trieste le leggi razziali del suo regime.
Ma torniamo ai nostri giorni. Che i leghisti conservino un concetto di razza da ventennio non è una novità e nemmeno che si siano prodigati in innumerevoli dichiarazioni in tal senso, con veri e propri campioni come Borghezio. Il pregiudizio razziale è uno dei più diffusi, come ha dimostrato il Test di Associazione Implicita  dell'Università di Harvard. Il 68% dei 2,5 milioni di persone che hanno partecipato al test ha mostrato un pregiudizio razziale (Project Implicit Harvard University). Nulla di nuovo si potrebbe dire allora. Eppure quel che ha sorpreso è stata la reazione alle frasi di Calderoli. L'indignazione che si è scatenata dopo anni in cui prendere le difese della dignità umana veniva bollato come "buonismo". Anni in cui l'imperativo della "sicurezza" aveva coperto ogni discriminazione. Non si può dire che l'arrivo di un ministro di colore al governo abbia prodotto un avanzamento legislativo del nostro ordinamento. Ancora non si è approvata una norma più moderna sul diritto di cittadinanza, nemmeno la Bossi-Fini sul permesso di soggiorno è stata rivisitata. Eppure la sola presenza del ministro Kyenge ha reso manifesta la realtà multietnica italiana e materializzato la sostanziale insostenibilità delle tesi discriminatorie. L'effetto moltiplicatore generato dalle dichiarazioni di Calderoli ha infine disvelato per intero la dimensione del pregiudizio razziale in Italia. Ecco perchè andrebbe ringraziato, per averci mostrato un lato del nostro paese che vorremmo non vedere. Ma esiste. Cecile Kyenge ha risposto con una disarmante serenità, lasciando ancor più nudi, e orrendi, gli autori degli attacchi. Disarmante come solo i migliori testimoni della nonviolenza sanno essere.Tanto di cappello ministro!

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