giovedì 13 giugno 2013

IN VENETO ANCHE IL PORTO VUOLE IL TRENO

Non capita tutti i giorni di poter ascoltare le relazioni dei protagonisti del sistema infrastrutturale del Veneto,
uno accanto all'altro. E' successo ieri nella seduta congiunta della II e della VII commissione regionale, con Mauro Fabris, commissasrio al traforo del Brennero, Bortolo Mainardi, commissario per la TAV Venezia-Trieste, Paolo Costa, autorità del porto di Venezia. In aggiunta i rappresentanti di Confindustria Veneto con la loro proposta di alta velocità in project financing. Se ne ricava un quadro abbastanza chiaro:
-solo il corridoio del Brennero sta procedendo con le opere, e i finanziamenti, per la realizzazione del traforo ferroviario e il relativo potenziamento della linea, con il dichiarato obiettivo di spostare traffico pesante dalla gomma al ferro. Nel 2026, apertura del traforo, dai 240 treni merci di oggi si arriverà ai 400.
-sulla Venezia-Trieste il commissario ha candidamente dichiarato che dopo approfondite valutazioni non vale la pena di spendere 9 miiardi per una linea ad altà velocità, meglio sistemare l'esistente e con 800 milioni si rende la tratta efficiente.
-la relazione di Paolo Costa meriterebbe un lungo resoconto. Dalla Cina a Rotterdam, passando per  il pescaggio delle supernavi, la soglia delle paratie del Mose, la bonifica delle aree di Marghera, i flussi commerciali internazionali.......ma per arrivare alle previsioni di sviluppo dei porti dell'alto adriatico, e in particolare, di quello veneziano. Compreso il porto off shore. Ma vale la conclusione della sua audizione: "Sono le ferrovie che fanno grandi i porti".
-un pò defilata la presentazione dello studio di fattibilità del project di Confindustria sulla'Altà Velocità, o meglio alta capacità, Verona-Padova. Ma qui incombe il  dato inesorabile, che vale anche per la Venezia-Trieste, che non c'è un euro di finanziamento per questa tratta che pure presenta capacità di traffico inutilizzate e quindi potrebbe, con molto meno dei 4 miliardi stimati, essere resa più efficiente.
Nell'ordine le priorità sembrano queste, se si vuol stare nel mondo del possibile: adeguare la rete ferroviaria veneta alle necessità di trasferimento delle merci in arrivo al porto di Venezia verso il Brennero e l'est Europa, potenziamento dei collegamenti metropolitani regionali ai due nodi di Verona e Padova per il traffico passeggeri, collegamento ferroviario per l'aereoporto di Venezia. Singolare che nessuno degli intervenuti abbia considerato il prolungamento della Valdastico, o della Alemagna, o la nuova Valsugana, come infrastrutture strategiche nella rete dei corridoi europei. Dico nessuno, nemmeno una citazione. Ma una verifica della compatibilità dei collegamenti previsti collegamenti stradali verso nord, con gli indirizzi europei, Zaia e Chisso quando la faranno?

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