lunedì 11 febbraio 2013
LINCOLN DI SPIELBERG: UN FILM SULLA POLITICA
Lincoln, l'ultimo film di Spielberg, non è solo il ritratto del presidente che propose l'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. E' un film sulla politica "incarnata", dove i principi si mescolano alle passioni, quelle alte e quelle basse. Dove ad agire sono uomini e donne, il ruolo della moglie di Lincoln, la bravissima Sally Field, non è marginale, capaci di visioni e rinunce. Anche di vistose, e poco nobili, retromarce. Dentro una realtà più complessa di quella che si vorrebbe, tra guerra civile, istanze di piena emancipazione, spinte al cambiamento o alla conservazione, ragioni di stato. Ma neppure le vicende personali dei protagonisti, i rapporti familiari per esempio, sono estranee al loro prendere posizione politica. E' inoltre una grande prova di recitazione, più teatro che cinematografia, l'interpretazione di Daniel Day-Lewis nei panni del Presidente è memorabile, come quella del deputato conservatore affidata a Tommy Lee Jones. Ma su tutto regna il racconto della possibilità affidata agli uomini di produrre cambiamento civile e sociale senza chiudere gli occhi difronte alle contraddizioni che questo porta sempre con sè. Nell'impasto delle loro vite, dentro la storia.
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