sabato 10 novembre 2012

PROVINCIALI CONTRO METROPOLITANI. IL VENETO E L'EUROPA

Sindaci contro presidenti di provincia, quale partita si sta giocando? Mentre Zaia ha deciso di non decidere ormai da settimane il confronto tra “provinciali” e “metropolitani” occupa le pagine dei giornali del Veneto. Dopo la decisione del Governo di accorpare Rovigo con Verona e Treviso con Padova e i relativi strali dei presidenti(ex) di provincia, i sindaci hanno preso l’iniziativa per prefigurare nuove aggregazioni. Ha rotto gli indugi Flavio Zanonato, sindaco di Padova, dichiarando di voler aderire alla città metropolitana di Venezia. Anche Gobbo di Treviso si dice interessato saldando il triangolo della Pa-Tre-Ve. Ma pure Variati, Tosi e Piva di Rovigo parlano apertamente di un’area metropolitana ovest. Dove andremo a pagare le bollette e quanto pagheremo di tassa automibilistica gridano inorriditi i “provinciali”, scambiando le province per uffici relazioni con il pubblico. Non lo sono mai state e lo saranno ancora meno in futuro. Le province avranno meno competenze di quelle che hanno avuto in passato, anche se le eserciteranno su territori più vasti. Quattro in tutto: edilizia scolastica, viabilità provinciale, trasporto pubblico e, vagamente, ambiente. Perché accapigliarsi tanto per una scatola più grande che avrà un contenuto più piccolo? Meglio abolirle tutte si dirà. Si meglio, ma
si doveva cambiare la Costituzione e i tempi si sarebbe allungati. E quando in Italia si allungano i tempi…..Che siano scatole quasi vuote i “metropolitani” lo hanno capito in fretta ed ecco il motivo del loro agitarsi. Ma agitarsi per cosa? Per una partita che non si gioca in provincia ma in Europa. Nel 2014 l’Unione Europea apre la sua nuova programmazione con obiettivo il 2020. Le grandi linee strategiche sono già fissate e pure sui finanziamenti la trattativa tra parlamento europeo e Commissione si avvia a conclusione. Per le aree più sviluppate, come il Veneto, in palio ci sono 376 miliardi di euro. “Le città sono i motori dell’economia europea e possono essere considerate catalizzatori di creatività e innovazione. Il 68% della popolazione europea risiede in regioni metropolitane; le regioni metropolitane generano il 67% del PIL dell’Unione”, scrive la Commissione nel suo documento. E quindi lo sviluppo urbano sostenibile e integrato sarà una delle poche priorità dell’Europa per il prossimi sette anni. Al finanziamento di questo sviluppo urbano sostenibile dovrà essere destinato almeno il 5% delle risorse assegnate ad ogni stato attraverso una delega di gestione e attuazione conferita alle città. Quali città? 300 in tutta Europa, massimo venti in Italia. Per stare tra quelle venti o si entra a far parte di una città metropolitana, come Venezia, o si costruisce una allenza ta città e territori che in Europa è chiamata area metropolitana. Sempre per stare fuori provincia, Francia e Germania hanno fatto decollare rispettivamente quindici e undici aree metropolitane, oltre alle città metropolitane come Parigi o Berlino. I “metropolitani” si agitano quindi per lo sviluppo, per candidarsi a stare al passo con le politiche delle altre metropoli dell’Europa, definendo investimenti strategici (porti, aereoporti, ferrovie, alta formazione, cultura….) capaci di attrarre nuove imprese, nuova occupazione, nuovi talenti, nuove opportunità per i cittadini. Questa è la vera vera partita, quella tra chi vuole stare nel cuore dell’Europa e chi vuole rimanerne lontana provincia.

Due documenti utili:
Politica di Coesione 2014-2020: Sviluppo Urbano Sostenibile
Proposta di Regolamento per il Fondo europeo di sviluppo regionale FESR

Nessun commento:

Posta un commento