giovedì 27 settembre 2012

LE SPESE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

Le spese e il trattamento dei consiglieri regionali del Veneto sono finiti sotto la lente. Si sono levate proteste, accuse, tentativi di giustificazione. In particolare la somma e le modalità del cosiddetto "rimborso forfettario". In tale girandola di cifre, di interpretazioni fiscali e legali, di recriminazioni, ho pensato che poco valgono le parole di chi si trova nell'occhio del ciclone. Per questo mi limito a elencare quello che ho contributo a cambiare, non da solo, rispetto a quanto ho trovato in eredità.
Eliminazione dei vitalizi, riduzione del numero dei consiglieri da 60 a 50, riduzione delle indennità. Queste tre scelte sono oggi legge della Regione Veneto.
Certificazione esterna del bilancio dei gruppi, rimborso delle spese sulla rendicontazione effettiva e non a forfait, con la possibilità di non richiederlo. Queste sono scelte già fatte come gruppo del PD ma non ancora per tutto il Consiglio Regionale.
Riduzione ulteriore del costo dell'intero Consiglio: è la partita dei prossimi giorni, legata alla legge sull'autonomia del consiglio. La nostra proposta prevede una riduzione di altri 600.000 euro sui 4 milioni preventivati. Vedremo come andrà in aula. 
E' tanto, è poco? A chi legge il giudizio. Non mi danno fastidio le critiche dei cittadini (legittime), mi infastidiscono le uscite di chi, pur essendo stato per anni in Consiglio Regionale, non ha fatto nulla per cambiare. E mi ha lasciato, ci ha lasciato, un'eredità pesante che è necessario cambiare. Qualche nome? Massimo Cacciari e Flavio Tosi.
Segnalo l'intervento di Massimo Gramellini sulla Stampa di oggi, breve analisi fuori da tutte le retoriche

domenica 16 settembre 2012

IL VENETO E IL RACCONTO DI DUE CITTA' (METROPOLITANE)


 
intervento pubblicato oggi
“Sembra che il Veneto possa essere riscritto come un racconto di due città (per parafrasare Dickens) corrispondenti alla metropoli centroveneta e alla rete veronese”. E’ la citazione presa da un bel libro di appena due anni fa, pubblicato grazie al contributo della Regione Veneto, intitolato “Il Veneto” e curato da Paolo Perulli. Vi hanno scritto alcuni tra i migliori ricercatori veneti e non solo, ma quel che più colpisce sono le immagini che localizzano funzioni, infrastrutture, flussi di merci e passeggeri, nel territorio regionale. Un immagine val più di tante parole, e l’immagine della metropoli veneta è già nei numeri e nelle cose prima ancora che nella politica e nelle scelte che può fare. O non fare. Per questo mi sorprende che Roberto Ciambetti, assessore di quella regione che quello studio ha sponsorizzato, non colga dentro la necessità del riordino delle provincie e della nascita della città metropolitana di Venezia l’opportunità per mettere davvero alla prova la capacità di autonomia della nostra terra. La capacità di visione della nostra classe dirigente. No- dice in sintesi Ciambetti- senza una vera autonomia