Le spese e il trattamento dei consiglieri regionali del Veneto sono finiti sotto la lente. Si sono levate proteste, accuse, tentativi di giustificazione. In particolare la somma e le modalità del cosiddetto "rimborso forfettario". In tale girandola di cifre, di interpretazioni fiscali e legali, di recriminazioni, ho pensato che poco valgono le parole di chi si trova nell'occhio del ciclone. Per questo mi limito a elencare quello che ho contributo a cambiare, non da solo, rispetto a quanto ho trovato in eredità.
Eliminazione dei vitalizi, riduzione del numero dei consiglieri da 60 a 50, riduzione delle indennità. Queste tre scelte sono oggi legge della Regione Veneto.
Certificazione esterna del bilancio dei gruppi, rimborso delle spese sulla rendicontazione effettiva e non a forfait, con la possibilità di non richiederlo. Queste sono scelte già fatte come gruppo del PD ma non ancora per tutto il Consiglio Regionale.
Riduzione ulteriore del costo dell'intero Consiglio: è la partita dei prossimi giorni, legata alla legge sull'autonomia del consiglio. La nostra proposta prevede una riduzione di altri 600.000 euro sui 4 milioni preventivati. Vedremo come andrà in aula.
E' tanto, è poco? A chi legge il giudizio. Non mi danno fastidio le critiche dei cittadini (legittime), mi infastidiscono le uscite di chi, pur essendo stato per anni in Consiglio Regionale, non ha fatto nulla per cambiare. E mi ha lasciato, ci ha lasciato, un'eredità pesante che è necessario cambiare. Qualche nome? Massimo Cacciari e Flavio Tosi.Segnalo l'intervento di Massimo Gramellini sulla Stampa di oggi, breve analisi fuori da tutte le retoriche