lunedì 7 maggio 2012

MENO RIFIUTI SI PUO', ANCHE IN VENETO

La Giunta Regionale ha adottato il documento preliminare al nuovo Piano di Gestione dei  Rifiuti  Urbani e Speciali. Il Documento fotografa la situazione attuale, al 2010, e l'andamento degli ultimi dieci anni. Per limitarci ai rifiuti urbani, nel 2010 sono state prodotte 2.048.599 ton di rifiuti. Un valore che si assesta appena al di sotto della massima produzione verificatesi nel 2008, anno precrisi. Negli ultimi dieci anni la quantità è sempre aumentata, sia per la crescita della popolazione che per la crescita dei consumi. Si tratta di 488 kg/ab*anno in media, ma in realtà andiamo dai 378 di Treviso ai 565 di Venezia. La differenziata ha toccato il 58.3% nel 2010, con punte del 72.4
per la provincia di Treviso e del 48.1 per Venezia. Vicenza si attesta al 59.3. L'obiettivo della legge è del 65% al 31 dicembre del 2012. E' ormai chiaro che la differenza la fanno i sistemi di raccolta, dove il cosidetto secco/umido domiciliare dimostra, senza ombra di dubbio, di generare elevate percentuali di differenziata. In Veneto oltre il 65% della popolazione è servita da questo sistema di raccolta, e i risultati si vedono.
Del rimanente 41,7%, circa un milione di tonnellate, il 9,5 % finisce direttamente in discarica, 8.5% agli inceneritori (Padova, Mestre, Schio, in totale 204.000 ton nel 2010), e il 23,7% a trattamento meccanico/biologico da cui si generano più di 150.000 tonnellate di CDR e 239.000 tonnellate di sovvalli e sottovagli. Buona parte di queste due ultime frazioni, per niente insignificanti in termini di quantità, finiscono fuori regione, e quindi la supposta "autosufficienza" del Veneto è, al momento, una favola.
Nel documento preliminare si indicano solamente gli obiettivi  di differenziata al 2015 (65%) e al 2020 (70%).  Vengono invece rimandati al piano vero e proprio i target per la produzione, il recupero, l'incenerimento e la discarica. La sfida si giocherà sugli scenari di produzione: si sceglierà uno scenario "conservativo", dove la produzione viene ritenuta incomprimibile o uno scenario "innovativo" dove si procede a una riduzione della produzione di rifiuto? Una volta scelto lo scenario di produzione, i flussi (recupero, incenerimento, discarica..) vengono di conseguenza. Sarà questo il principale motivo di confronto e discussione nei prossimi mesi. Di certo una dato emerge da subito: il Veneto non ha bisogno di nuovi impianti di incenerimento e neppure di nuove discariche. Basta e avanza quel che c'è.


Il Documento preliminare

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