mercoledì 16 novembre 2011

NORDEST CAPITALE DELLA CULTURA? MA SE INVESTIAMO SOLO 8 EURO PRO CAPITE

Mio intervento pubblicato sul Corriere del Veneto di ieri:


La candidatura di “Venezia e il Nordest Capitale Europea della Cultura 2019” ha fatto un balzo in avanti con il recente meeting tenutosi alla Fondazione CUOA di Altavilla, nel vicentino. Gruppi di lavoro, contributi, discussione, la proposta cresce e sta prendendo forma una rete di soggetti convinti della grande opportunità costituita dalla svolta culturale che può rappresentare l’essere “Capitale”. “Ricostruire un ruolo basato sulla produzione culturale, sulla ricerca scientifica, sullo sviluppo di nuove industrie a tecnlogie evolute”, si legge sul documento presentato ad Altavilla. E ancora “la Capiltale del 2019 dovrà portare un’altra evoluzione fondamentale nel costruie l’assetto metropolitano del Nordest, e cioè un efficiente e moderno sistema di trasporti ferroviario metropolitano e di Alta Velocità”. Ma il candidato a che punto sta, mi sono chiesto, come si sta preparando all’esame dell’Europa? Cultura, ricerca e sviluppo, mobilità sostenibile, son materie mica da poco, pensando al fatidico esame di maturità. Eppure un modo per capire a che punto stiamo c’è, verificare quanto la regione investe (spende) per le materie d’esame. L’ho fatto sulla base di un documento passato sotto sospettoso silenzio, la relazione pubblicata a settembre dalla ormai mitica Commissione Per l’Attuazione del Federalismo Fiscale (COPAFF). Commissione fortemente voluta dalla Lega e presieduta dal prof.Luca Antonini, che pure Zaia ha chiamato per il suo “federalismo a geometria variabile”. Per la prima volta nella storia repubblicana la COPAFF è riuscita a rendere omogenei tra loro i bilanci delle diverse regioni italiane. Cosa impossibile fino al 2009, visto che i criteri di contabilità non erano univoci. E per la prima volta possiamo fare dei credibili confronti tra la spesa delle regioni nelle diverse materie di loro competenza. Vediamo allora come è messo il nostro candidato.

Per la cultura la spesa procapite in Veneto è stata nel 2010 di poco più di 8 euro, la più bassa delle regioni del nord, comprese Emilia e Toscana, fatta eccezione la Lombardia che recupera in valori assoluti grazie ai suoi dieci milioni di abitanti. Il Friuli ha speso 78 euro/ abitante, il Trentino addirittura 147 ! Il Piemonte più di 16, la Toscana 20. Se passiamo ad analizzare la spesa per la ricerca il Veneto si colloca buon ultimo con 0,89 euro/abitante contro 3,2 della Lombardia, i 34,5 del Piemonte, i 91,6 della Toscana. Per rispetto ai veneti non scrivo cosa spendono Friuli e, soprattutto, Trentino, mentre anche l’Emilia con 1 euro/abitante si colloca sopra il Veneto. Diciamo che per una regione che si candida a fare la capitale della cultura puntando “sulla produzione culturale, sulla ricerca scientifica……” la spesa sembra più quella di una periferia. Ma non disperiamo, potremmo sempre rifarci “sull’efficiente e moderno sistema di trasporto metropolitano…..”. Peccato che per la ferrovia il Veneto sia ancora buon ultimo nella spesa procapite tra le regioni del nord con 39,9 euro, la Lombardia veleggia a 70 e il Piemonte a 142 (!), l’Emilia a 43, e Friuli e Trentino sopra i 50.

E’ pur vero che il Veneto ha la spesa complessiva procapite più bassa tra le regioni considerate (2339 euro contro i 2600 di Piemonte e Lombardia per fare un esempio) eppure indovinate dove spende di più? Ma certo, le strade, in valore assoluto e procapite (più di 19 euro) più di Lombardia (4,6 euro), Piemonte e Toscana, mentre il dato di Friuli e Trentino non è comparabile per le diverse competenze.

Si, lo sappiamo, i tempi sono tristi per la spesa pubblica, ma almeno si dica chiaramente che senza un ribaltamento di priorità altro che Capitale della Cultura e mobilità sostenibile, il Veneto rimarrà la regioni delle strade e dei capannoni. Cogliere fino in fondo la sfida della candidatura significa imprimere una vera svolta all’ordine degli investimenti. Per non presentarsi con le scarpe rotte e le idee confuse.


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