mercoledì 5 ottobre 2011

NUOVO STATUTO OSTAGGIO DEL NUMERO DI CONSIGLIERI MENTRE SI PERDONO GRANDI OPPORTUNITA'

Giovedì scorso è inziata la discussione generale sulla nuova proposta di statuto del Veneto. Non che la cosa entusiasmi molto i Veneti se non per sapere come andrà a finire sul numero dei consiglieri regionali (60, 50, 40 , 30, 29.....). Io sono intervenuto insistendo sul riconoscimento della "metropoli inconsapevole" e sull'importanza del governo delle sue funzioni strategiche, oltre che sulla necessità di una "efficacia" dell'istituzione regione. Il testo è la trascrizione del verbale, appena ritoccato. Ieri è ripresa la discussione, questa volta sui singoli articoli.

Quando nasceva la Regione Veneto, nel 1971, io andavo in prima elementare e quindi posso dire di essere a tutti gli effetti un figlio di questi 40 anni di Regione Veneto, del suo sistema economico, di uno sviluppo diffuso in tutto il territorio, con il suo modello insediativo policentrico. Anche i piccoli e medi Comuni dovevano diventare protagonisti, cento campanili e cento zone industriali. Oppure del suo sistema sanitario rispetto al quale questa Regione ha fortemente investito. Insomma, anche se non ho assistito alla sua nascita ho avuto la fortuna di partecipare al Consiglio dei quarant’anni che abbiamo fatto lo scorso anno. In quella occasione ho pensato che i costituenti veneti, con tutti i loro pregi e difetti, comunque la loro visione del Veneto sicuramente l’hanno vista realizzata. Hanno visto il passaggio di una regione uscita dal dopo guerra con una economia arretrata, legata all’agricoltura, transitare rapidamente all’industria manifatturiera, tale da collocarla tra le più sviluppate in Italia. Una regione caratterizzata da una forte enfasi sulle autonomie locali - anche troppa forse -, con una predilezione per le infrastrutture stradali e quindi per la mobilità individuale, per una produzione di beni pubblici che ha guardato molto alla sanità e al sociale e forse poco all’ambiente e alla difesa suolo. Insomma, con i valori e l’architettura istituzionale dello statuto del 1971, penso che quei costituenti possono dire che quel Veneto che avevano immaginato oggi è qui.

(leggi tutto l'intervento cliccando qui)

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