lunedì 1 agosto 2011

PIANO SANITARIO REGIONALE: PER ORA CHIARO SOLO DOVE SI TAGLIERA'

Dall'articolo di Piero Erle dal Giornale di Vicenza del 31 luglio 2011.

Non faranno le barricate, ora che il nuovo “Piano socio-sanitario regionale” (Prss) è stato varato dalla Giunta regionale e martedì inizierà il suo iter in commissione “Sanità” del Consiglio: lo considerano un passo importante che loro stessi invocavano già da un anno. Ma per i consiglieri del Partito democratico c'è un rischio di base, nel nuovo “piano regolatore” della sanità veneta: che da una parte (ospedali) si tagli, e dall'altra (territorio) si resti fermi alle parole.

«NUMERI CHIARI SULLE STRUTTURE TERRITORIALI». Nel nuovo Prss, spiega il consigliere Stefano Fracasso, c'è «un evidente spostamento dall'ospedale al territorio. È posit! ivo, ma c'è una preoccupazione di base. Da una parte si ridimensiona l'assistenza ospedaliera, con l'obiettivo di ridurre i ricoveri da 160 a 140 per mille abitanti e i posti-letto ospedalieri da, 4,5 al 4 per mille. Dall'altra si punta su un rafforzamento delle strutture sanitarie sul territorio come poliambulatori territoriali, Utap (unità assistenza primaria), distretti, hospice e ospedali di comunità. Ma non c'è scritto nulla di concreto sui numeri cui si vuole tendere. Oggi in Veneto ci sono in tutto 30 Utap, 13 hospice con 156 posti-letto e solo 7 ospedali di comunità con 196 posti-letto: è evidente che sono numeri irrisori. Oltre alle schede ospedaliere, la Giunta dovrà presentare anche quelle per le strutture territoriali».
IL RISCHIO: SOLO TAGLIO DI RISORSE. Fracasso non dimentica i numeri da incubo che il manager della sanità veneta Domenico Mantoan ha riferito in aula consiliare: «L'ultima manovra finanziaria del governo porterà per la sanità del Veneto a un taglio di 500 milioni nel 2014, una cifra notevolissima. Il Piano socio-sanitario per il Veneto mira a inserire i “costi standard” dei livelli di assistenza: bene, ma occorre anche definire le “dotazioni standard” per il numero di medici-personale, per i servizi territoriali come case di riposo o assistenza domiciliare, perché se no tutto rischia di ridursi a un meccanismo di taglio costi. Ma cosa succede se da una parte si riduce l'assistenza ospedaliera e dall'altra il cittadino non trova un'adeguata risposta sul territorio? Questo è il nostro dubbio più grande rispetto alla bozza del nuovo Prss». E anche sulle Ulss c'è un grande punto interrogativo: «Si dice che il modello è che ciascuna serva 2-300 mila abitanti, ma allora cosa succederà per Ulss come Chioggia o Adria che ne hanno molti di meno?».
«I COMUNI SCELGANO IL DIRIGENTE». Altro nodo: il sociale. «È positivo - commenta Fracasso - che il Prss confermi il modello di assistenza integrata sociale e sanitaria con cui il Veneto ha fatto scuola in Italia
. Ma serve un cambiamento nella forma di governo di questo: oggi ormai nelle Ulss tutto è guidato dai direttori generali e dalla Regione, e le Conferenze dei sindaci contano sempre meno. Io chiedo che almeno siano loro a dover scegliere la nuova figura del “Dirigente del territorio” prevista dal nuovo Piano».

4 commenti:

  1. Giusto chiedere numeri concreti.

    Vorrei si tenesse presente che per quanto riguarda il governo del territorio la precedente riforma lo aveva già individuato un responsabile, a quasi 200.000 euro annui a spese del cittadino.
    E' il Direttore dei Servizi Sociali dell'ULSS, creato non molti anni fa e che ha già specificamente questa funzione.
    Il nuovo PSSR finge di ignorarlo e accolla un ulteriore stipendio alla collettività, non solo, il coordinatore di territorio, evidentemente ulteriore emanazione diretta delle direzioni, quindi assolutamente funzionale al Pres. Regionale e suoi indirizzi "politici" solo di vertice (anche in virtù del suo profilo di inquadramento che lo rende decisamente debole e ricattabile), annulla in sostanza qualsiasi autonomia delle Direzioni di Distretto, inficiandone qualsiasi significato e giustificazione, mantenendo però la parvenza di una loro funzione e relativa organizzazione gerarchica, a sua volta MOLTO onerosa, nonchè l'impianto, ormai del tutto svuotato, previsto dalla LR.3242/01, di interfaccia con comitati dei sindaci e conf. sindaci.
    Attenzione, è un mostro a sette teste, solo autoritario, lontanissimo da qualsiasi "controllo" democratico del Servizio.

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  2. Non c'è dubbio che una nuova programmazione socio-sanitaria regionale dovrebbe portare con sè anche una nuova forma di "governo" del sistema. Lo spostamento del baricentro dall'ospedale al territorio andrebbe accompagnata con una maggior valenza della conferenza dei sindaci, visto che l'integrazione socio-sanitaria territoriale pesa anche sui fondi dei comuni. Per esempio prevedendo che la nomina del direttore del territorio (o dei servizi sociali..) sia fatta dalla conferenza dei sindaci.

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  3. Mi ricollego a questo post per delle domanda sulle cure palliative che sembrano non previste nel nuovo Piano Sanitario Regionale (PSR).

    A fine ottobre, dopo mesi di sofferenza, è venuto a mancare mio padre. Grazie alle attuali leggi la sofferenza della malattia è stata di molto attenuata in particolar modo grazie ai medici per le cure palliative che hanno seguito mio padre e tutta la famiglia al domicilio. Per chi non ha avuto un malato terminale in casa forse è difficile capire la vera importanza di queste figure; avendolo vissuto in prima persona ne ho apprezzato l'elevata professionalità ed utilità. Non ho dati alla mano, ma credo che gestire un malato a casa, rispetto al ricovero in ospedale, sia anche economicamente conveniente per la società, oltre che per il malato stesso.

    Son venuto a sapere che i dottori ed alcune associazioni si sono attivate con una raccolta firme allo scopo di portare l'attenzione sulla mancanza delle norme per le cure palliative nel nuovo PSR.

    Senza riprendere tutta la documentazione lascio un link:
    http://customsofts.it/blog/raccolta-firme-per-le-cure-palliative-nel-piano-sanitario-veneto-2011-2013/

    Le mie domande:
    Ci sono novità in Regione sul PSR?
    C'è qualche consigliere che segue la problematica?
    Verranno sostenuta l'iniziativa apartita di questi medici e associazioni per le cure palliative?

    Grazie

    Saluti
    Marco (SE&O)

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  4. La discussione del Piano inizierà in commissione intorno alla metà di novembre. Le segnalazioni dei medici che seguono le cure palliative sono conosciute, io stesso ho avuto modo di incontrare un loro rappresentante. Porterò sicuramente all'attenzione della commissione il tema in modo che venga pienamente riconosciuto il ruolo e la valenza di queste cure e dei servizi dedicati.

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