sabato 27 agosto 2011

SCANDALO CONCIA: UNA SITUAZIONE CHE SUPERA LA FANTASIA

Se quel che è emerso dalle indagini sarà confermato appare un quadro che supera di molto ogni fantasia possibile: un vortice di artifizi fiscali, evasione ed esportazione di capitali che ha coinvolto il gruppo Mastrotto, leader mondiale nel settore della concia. La notizia giunge a distanza di un anno dagli ultimi episodi di evasione portati alla luce dall’inchiesta “Dirthy Leather”. La realtà che sembra apparire dalle carte della finanza ha dimensioni ciclopiche e simili notizie rendono davvero difficile riuscire a difendere un settore pur così importante per l’economia locale della valle del Chiampo. Ci vorranno anni per ricostruire la credibilità del comparto, nuovi protagonisti e meno ipocrisia, anche da parte di certa politica locale che ha sempre minimizzato. Questa notizia rilancia un’altra importante questione: come si possa pensare di chiedere sacrifici alle persone, alle famiglie e ai lavoratori quando la “questione fiscale”, attraverso casi come questo, si rivela in tutta la sua imponenza.

lunedì 8 agosto 2011

Un rebus senza soluzione?

"Ed eccoci arrivati al perché il rebus politico italiano non ha alcuna soluzione. Il governo Berlusconi ha negato sistematicamente la gravità della situazione, e proprio sulla base di questa diagnosi errata ha ritenuto di potersi permettere una manovra risibile, in cui l'85% dell'aggiustamento necessario per azzerare il deficit veniva scaricato sulle spalle dei governi futuri. Sarebbe stato stupefacente che i mercati non si accorgessero del bluff. Ed è un bene (o meglio è il male minore) che l'Europa, imponendo l'anticipo al 2013 del pareggio di bilancio, abbia di fatto commissariato l'Italia, sostituendosi a un governo paralizzato. Dunque è vero, questo governo è diventato un problema, se non il problema."
Luca Ricolfi, La Stampa 8 agosto 2011
l'intero articolo
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9074

La sfida di questo momento critico

"Così dubito che gli italiani siano davvero in grado di affrontare la sfida di questo momento critico. Al di là delle colpe altrui, anche per propri limiti. Perché non hanno - non abbiamo - più il fisico e lo spirito di una volta. Perché oggi essere familisti, localisti, individualisti - e furbi - non costituisce una risorsa, ma un limite. Perché la sfiducia nello Stato e nelle istituzioni, oltre che nella politica e nei partiti: è un limite. (E non basta la fiducia nel Presidente della Repubblica a compensarlo.) Perché l'abbondanza di senso cinico e la povertà di senso civico: è un limite. Perché se a chiederti di cambiare è un governo fatto di partiti personali e di persone che riproducono i tuoi vizi antichi: come fai a credergli?"
Ilvo Diamanti, Repubblica 8 agosto 2011
l'intero articolo
http://www.repubblica.it/politica/2011/08/08/news/mappe_diamanti-20164891/?ref=HREA-1

mercoledì 3 agosto 2011

NUOVO STATUTO REGIONALE: VUOTE LE PAROLE DI ZAIA, ORA MOMENTO DELLA SERIETA'

Lo Statuto Regionale è come la Costituzione: richiede serietà e condivisione. Mi dispiace sentire Zaia parlare in questo modo, quando si è detto compiaciuto dell'approvazione dello Statuto regionale, ricordando che la Lega in sede di Commissione Statuto ha condiviso l’opzione “60 consiglieri”. E’ evidente a tutti infatti che con 30 consiglieri la macchina del Consiglio non può funzionare, se non scardinando l’intero meccanismo; e c’è da chiedersi se avrebbe senso “smontare una macchina che in fondo funziona. Sono senza indugio favorevole alle azioni di contenimento dei costi della politica purché l’intento risulti concreto e non sia inutilmente propagandistico. A Gennaio abbiamo votato un contenimento delle indennità ai Consiglieri nella misura dell’11%, senza il clamore che si vuole suscitare adesso. Voglio ribadire: occorre serietà, è quanto la società civile ci chiede e pretende».

lunedì 1 agosto 2011

PIANO SANITARIO REGIONALE: PER ORA CHIARO SOLO DOVE SI TAGLIERA'

Dall'articolo di Piero Erle dal Giornale di Vicenza del 31 luglio 2011.

Non faranno le barricate, ora che il nuovo “Piano socio-sanitario regionale” (Prss) è stato varato dalla Giunta regionale e martedì inizierà il suo iter in commissione “Sanità” del Consiglio: lo considerano un passo importante che loro stessi invocavano già da un anno. Ma per i consiglieri del Partito democratico c'è un rischio di base, nel nuovo “piano regolatore” della sanità veneta: che da una parte (ospedali) si tagli, e dall'altra (territorio) si resti fermi alle parole.

«NUMERI CHIARI SULLE STRUTTURE TERRITORIALI». Nel nuovo Prss, spiega il consigliere Stefano Fracasso, c'è «un evidente spostamento dall'ospedale al territorio. È posit! ivo, ma c'è una preoccupazione di base. Da una parte si ridimensiona l'assistenza ospedaliera, con l'obiettivo di ridurre i ricoveri da 160 a 140 per mille abitanti e i posti-letto ospedalieri da, 4,5 al 4 per mille. Dall'altra si punta su un rafforzamento delle strutture sanitarie sul territorio come poliambulatori territoriali, Utap (unità assistenza primaria), distretti, hospice e ospedali di comunità. Ma non c'è scritto nulla di concreto sui numeri cui si vuole tendere. Oggi in Veneto ci sono in tutto 30 Utap, 13 hospice con 156 posti-letto e solo 7 ospedali di comunità con 196 posti-letto: è evidente che sono numeri irrisori. Oltre alle schede ospedaliere, la Giunta dovrà presentare anche quelle per le strutture territoriali».
IL RISCHIO: SOLO TAGLIO DI RISORSE. Fracasso non dimentica i numeri da incubo che il manager della sanità veneta Domenico Mantoan ha riferito in aula consiliare: «L'ultima manovra finanziaria del governo porterà per la sanità del Veneto a un taglio di 500 milioni nel 2014, una cifra notevolissima. Il Piano socio-sanitario per il Veneto mira a inserire i “costi standard” dei livelli di assistenza: bene, ma occorre anche definire le “dotazioni standard” per il numero di medici-personale, per i servizi territoriali come case di riposo o assistenza domiciliare, perché se no tutto rischia di ridursi a un meccanismo di taglio costi. Ma cosa succede se da una parte si riduce l'assistenza ospedaliera e dall'altra il cittadino non trova un'adeguata risposta sul territorio? Questo è il nostro dubbio più grande rispetto alla bozza del nuovo Prss». E anche sulle Ulss c'è un grande punto interrogativo: «Si dice che il modello è che ciascuna serva 2-300 mila abitanti, ma allora cosa succederà per Ulss come Chioggia o Adria che ne hanno molti di meno?».
«I COMUNI SCELGANO IL DIRIGENTE». Altro nodo: il sociale. «È positivo - commenta Fracasso - che il Prss confermi il modello di assistenza integrata sociale e sanitaria con cui il Veneto ha fatto scuola in Italia
. Ma serve un cambiamento nella forma di governo di questo: oggi ormai nelle Ulss tutto è guidato dai direttori generali e dalla Regione, e le Conferenze dei sindaci contano sempre meno. Io chiedo che almeno siano loro a dover scegliere la nuova figura del “Dirigente del territorio” prevista dal nuovo Piano».