giovedì 27 gennaio 2011

AL GHETTO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Mattinata al Ghetto per incontrare la Comunità Ebraica veneziana in occasione della Giornata della Memoria. Prima davanti alla Casa di riposo, da dove furono deportati i primi ebrei veneziani, poi per un caffè accompagnato dai dolcetti kosher. C’è il presidente della comunità Amos Luzzato e il giovane rabbino Ghili Benyamin, che avrà forse trent’anni. Davanti al monumento all’Olocausto il Consiglio Regionale ha voluto portare la sua testimonianza. Dal Ghetto di Venezia furono deportate oltre 200 persone nei due tragici giorni del 5 dicembre 1943 e 17 agosto 1944, complessivamente più di mille ebrei veneziani furono i deportati . Molti non hanno fatto ritorno eppure anche oggi qualcuno scrive che fu tutta un’invenzione.


(Un'immagine del ghetto e il monumento per l'Olocausto)

mercoledì 26 gennaio 2011

IL PIANO SOCIO-SANITARIO NON PENALIZZI I VIRTUOSI

Adesso i dati della Corte dei Conti regionale lo confermano: le Ulss vicentine sono tra quelle che hanno i più bassi costi procapite di assistenza ospedaliera. Perciò le ipotesi di tagli e ridimensionamento dei servizi non hanno alcuna giustificazione economica. Il Piano Socio Sanitario dovrà tenerne conto.
L’Ulss di Bassano, nel 2009, aveva speso solo 788 euro pro capite, quella di Thiene 675, quella di Arzignano 779, quella di Vicenza 987. La relazione della Corte sottolinea che ridondante è la rete ospedaliera della Provincia di Verona e che diverse altre Ulss superano i mille euro di costo procapite per l’assistenza. Adesso bisogna migliorare l’efficienza dove si spende di più e potenziare i servizi dove si spende meno. Alla luce di questi dati, le ipotesi di chiusura o ridimensionamento degli ospedali vicentini sarebbero paradossali, perché farebbero pagare la necessaria riforma del sistema sanitario a chi si dimostra più efficiente.

martedì 25 gennaio 2011

ATO: BENE IL DIALOGO SE SI ARRIVA A UNA LEGGE REGIONALE

Bene che la Regione intervenga sul tema delle Ato dei rifiuti e dell’acqua, occorre che al più presto si arrivi ad una legge regionale. E su questo siamo pronti ad un confronto costruttivo con l’Assessore Conte, in seguito anche alle sue dichiarazioni alla stampa di oggi.
Il modello veneto di servizio idrico ha ottenuto risultati positivi, quindi vanno confermati i bacini delle Ato, pur con la riformulazione imposta dalla legge nazionale. La proroga di tre mesi lascia poco tempo, occorre fare presto per evitare che la situazione di incertezza si prolunghi penalizzando non solo i gestori, ma soprattutto gli investimenti e quindi la qualità del servizio. Alla Regione
spetta un ruolo di maggior coordinamento per conciliare i diversi usi dell'acqua: quelli civili, quelli industriali, quelli agricoli; e poi serve la verifica sulla tutela ambientale della risorsa acqua. Credo che i referendum popolari sul decreto Ronchi vadano accolti come un grande momento di discussione collettiva. L'acqua è un bene pubblico rilevante. Sulla sua gestione, è giusto un pronunciamento popolare. Tocca alla politica farne un'occasione di crescita della coscienza civile.



martedì 18 gennaio 2011

Hereafter

Dopo Grand Torino e Invictus il vecchio Clint (80 anni suonati) rivolge il suo sguardo cinematografico in quel sottilissimo e scivolosissimo luogo che sta tra la vita e la morte. Sguardo delicato che ha, come nelle ultime sue pellicole, grande rispetto dei personaggi. Ritmo lento, più lento di quanto ci abbia abituato, immagini larghe e distanza dalla banalità. Tre storie, una londinese, una francese e una americana, che si intrecciano nell'ultima parte per un finale di sorprendente semplicità. Per quasi due ore stiamo vicini al dolore e alla domanda sulla perdita della vita, sull'oltre vita e su chi mai possa dare delle risposte. Due abbracci, solo due abbracci per ritrovare un aldiqua capace di restituire un senso. Da vedere.

venerdì 14 gennaio 2011

RISCHIO IDROGEOLOGICO: IL VENETO LOTTI UNITO

Oggi in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore è stato presentato dall’Autorità di Bacino il Piano di assetto idrogeologico. È un documento importantissimo. Fotografa la realtà in modo accurato, dando la misura precisa delle criticità e delle azioni necessarie. Il quadro che ne emerge è ricco, ma per molti versi anche drammatico.

Con 2.4 miliardi di euro di interventi necessari, di cui il 50% con massima priorità, il sistema Veneto deve raddoppiare gli sforzi. Perché la raccolta dei fondi necessari sarà una sfida difficilissima da vincere. Se è vero infatti che la Giunta regionale scommette sulla possibilità di ottenere fondi dal Governo nazionale, tentativo che ovviamente deve essere sostenuto da tutte le forze politiche venete, è purtroppo un dato di fatto che gli stanziamenti già scarsi per questi capitoli di spesa sono stati ulteriormente ridotti o cancellati del tutto.

martedì 11 gennaio 2011

TRASPORTI PUBBLICI: LA REGIONE SCARICA LA CRISI SU STUDENTI E PENDOLARI

Dopo l’audizione in Commissione degli Assessori provinciali alla mobilità e dei rappresentanti sindacali la realtà è chiara: i tagli della Regione Veneto rischiano di mettere in crisi il trasporto pubblico locale. E il prezzo maggiore rischia di cadere su studenti e pendolari. Dopo l’intesa col Governo, alcune regioni, come Piemonte e Marche, hanno deciso di rivedere i tagli annunciati in precedenza. Chiediamo che il Veneto faccia altrettanto.

Il quadro rappresentato dai rappresentanti istituzionali e sindacali del territorio è drammatico. Secondo la Provincia di Vicenza i tagli del 25% richiederebbero il taglio di 57 dipendenti di Ftv e un aumento del 50% nel costo dei biglietti, e renderebbero più difficili i collegamenti con i piccoli comuni.

Secondo le cifre fornite da Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt Cgil, il Veneto è già una delle regioni con il costo a chilometro del trasporto pubblico locale più basso, appena 1,2 euro. L’80% dell’utenza è rappresentato da studenti e altri utenti deboli, come anziani e stranieri. Occorre che il Veneto si impegni a usare per ridurre i tagli le risorse stanziate nell’accordo Governo-Regioni al trasporto pubblico locale, 400 milioni in tutta Italia, circa 47 milioni di euro per il Veneto. Altrimenti il prezzo della crisi e dei tagli lo pagheranno gli studenti e le loro famiglie.


giovedì 6 gennaio 2011

VIA IL PATTO DI STABILITA', NORMA CAPESTRO PER I COMUNI VENETI

Ascoltare il grido d’aiuto dei 12 Comuni veneti più colpite dalle norme del Patto di Stabilità, rimuovendo da subito le norme capestro più odiose: è questo che io e il collega consigliere Giuseppe Berlato Sella abbiamo chiesto nell'incontro presso il municipio di Santorso con il Sindaco Piero Menegozzo. Ci ha esposto una situazione drammatica: il solo Comune di Santorso dovrebbe versare alla tesoreria dello stato 1.200.000 euro senza aver mai chiuso un bilancio in deficit! Siamo di fronte a un federalismo alla rovescia, dove sono i Comuni che danno i soldi allo Stato anzichè il contrario.

Essendo entrambi ex sindaci, comprendiamo appieno le ragioni degli amministratori costretti da norme assurde a forme di protesta clamorose, come quella di chiudere i municipi mercoledì prossimo. Il Patto di Stabilità, per consentire allo Stato centrale di fare cassa, scarica sui Comuni virtuosi dei costi assurdi, punendo quelli che avevano fatto investimenti nell'anno 2007. E quando diciamo investimenti intendiamo scuole elementari, impianti sportivi, lavori stradali. Insomma lo Stato punisce chi si è sforzato di assicurare servizi ai loro cittadini e lavoro e sviluppo per le economie locali.

Lunedì al riavvio dei lavori del Consiglio Regionale, presenteremo un’interrogazione per chiedere al Presidente della Regione Luca Zaia di sollecitare il Governo a togliere questa norma capestro.