giovedì 27 gennaio 2011
AL GHETTO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA
(Un'immagine del ghetto e il monumento per l'Olocausto)
mercoledì 26 gennaio 2011
IL PIANO SOCIO-SANITARIO NON PENALIZZI I VIRTUOSI
L’Ulss di Bassano, nel 2009, aveva speso solo 788 euro pro capite, quella di Thiene 675, quella di Arzignano 779, quella di Vicenza 987. La relazione della Corte sottolinea che ridondante è la rete ospedaliera della Provincia di Verona e che diverse altre Ulss superano i mille euro di costo procapite per l’assistenza. Adesso bisogna migliorare l’efficienza dove si spende di più e potenziare i servizi dove si spende meno. Alla luce di questi dati, le ipotesi di chiusura o ridimensionamento degli ospedali vicentini sarebbero paradossali, perché farebbero pagare la necessaria riforma del sistema sanitario a chi si dimostra più efficiente.
martedì 25 gennaio 2011
ATO: BENE IL DIALOGO SE SI ARRIVA A UNA LEGGE REGIONALE
Il modello veneto di servizio idrico ha ottenuto risultati positivi, quindi vanno confermati i bacini delle Ato, pur con la riformulazione imposta dalla legge nazionale. La proroga di tre mesi lascia poco tempo, occorre fare presto per evitare che la situazione di incertezza si prolunghi penalizzando non solo i gestori, ma soprattutto gli investimenti e quindi la qualità del servizio. Alla Regione spetta un ruolo di maggior coordinamento per conciliare i diversi usi dell'acqua: quelli civili, quelli industriali, quelli agricoli; e poi serve la verifica sulla tutela ambientale della risorsa acqua. Credo che i referendum popolari sul decreto Ronchi vadano accolti come un grande momento di discussione collettiva. L'acqua è un bene pubblico rilevante. Sulla sua gestione, è giusto un pronunciamento popolare. Tocca alla politica farne un'occasione di crescita della coscienza civile.
martedì 18 gennaio 2011
Hereafter
venerdì 14 gennaio 2011
RISCHIO IDROGEOLOGICO: IL VENETO LOTTI UNITO
Oggi in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore è stato presentato dall’Autorità di Bacino il Piano di assetto idrogeologico. È un documento importantissimo. Fotografa la realtà in modo accurato, dando la misura precisa delle criticità e delle azioni necessarie. Il quadro che ne emerge è ricco, ma per molti versi anche drammatico.
Con 2.4 miliardi di euro di interventi necessari, di cui il 50% con massima priorità, il sistema Veneto deve raddoppiare gli sforzi. Perché la raccolta dei fondi necessari sarà una sfida difficilissima da vincere. Se è vero infatti che la Giunta regionale scommette sulla possibilità di ottenere fondi dal Governo nazionale, tentativo che ovviamente deve essere sostenuto da tutte le forze politiche venete, è purtroppo un dato di fatto che gli stanziamenti già scarsi per questi capitoli di spesa sono stati ulteriormente ridotti o cancellati del tutto.
martedì 11 gennaio 2011
TRASPORTI PUBBLICI: LA REGIONE SCARICA LA CRISI SU STUDENTI E PENDOLARI
Dopo l’audizione in Commissione degli Assessori provinciali alla mobilità e dei rappresentanti sindacali la realtà è chiara: i tagli della Regione Veneto rischiano di mettere in crisi il trasporto pubblico locale. E il prezzo maggiore rischia di cadere su studenti e pendolari. Dopo l’intesa col Governo, alcune regioni, come Piemonte e Marche, hanno deciso di rivedere i tagli annunciati in precedenza. Chiediamo che il Veneto faccia altrettanto.
Il quadro rappresentato dai rappresentanti istituzionali e sindacali del territorio è drammatico. Secondo la Provincia di Vicenza i tagli del 25% richiederebbero il taglio di 57 dipendenti di Ftv e un aumento del 50% nel costo dei biglietti, e renderebbero più difficili i collegamenti con i piccoli comuni.
Secondo le cifre fornite da Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt Cgil, il Veneto è già una delle regioni con il costo a chilometro del trasporto pubblico locale più basso, appena 1,2 euro. L’80% dell’utenza è rappresentato da studenti e altri utenti deboli, come anziani e stranieri. Occorre che il Veneto si impegni a usare per ridurre i tagli le risorse stanziate nell’accordo Governo-Regioni al trasporto pubblico locale, 400 milioni in tutta Italia, circa 47 milioni di euro per il Veneto. Altrimenti il prezzo della crisi e dei tagli lo pagheranno gli studenti e le loro famiglie.
giovedì 6 gennaio 2011
VIA IL PATTO DI STABILITA', NORMA CAPESTRO PER I COMUNI VENETI
Ascoltare il grido d’aiuto dei 12 Comuni veneti più colpite dalle norme del Patto di Stabilità, rimuovendo da subito le norme capestro più odiose: è questo che io e il collega consigliere Giuseppe Berlato Sella abbiamo chiesto nell'incontro presso il municipio di Santorso con il Sindaco Piero Menegozzo. Ci ha esposto una situazione drammatica: il solo Comune di Santorso dovrebbe versare alla tesoreria dello stato 1.200.000 euro senza aver mai chiuso un bilancio in deficit! Siamo di fronte a un federalismo alla rovescia, dove sono i Comuni che danno i soldi allo Stato anzichè il contrario.
Essendo entrambi ex sindaci, comprendiamo appieno le ragioni degli amministratori costretti da norme assurde a forme di protesta clamorose, come quella di chiudere i municipi mercoledì prossimo. Il Patto di Stabilità, per consentire allo Stato centrale di fare cassa, scarica sui Comuni virtuosi dei costi assurdi, punendo quelli che avevano fatto investimenti nell'anno 2007. E quando diciamo investimenti intendiamo scuole elementari, impianti sportivi, lavori stradali. Insomma lo Stato punisce chi si è sforzato di assicurare servizi ai loro cittadini e lavoro e sviluppo per le economie locali.
Lunedì al riavvio dei lavori del Consiglio Regionale, presenteremo un’interrogazione per chiedere al Presidente della Regione Luca Zaia di sollecitare il Governo a togliere questa norma capestro.