venerdì 23 luglio 2010

PROSTITUZIONE: LE RONDE NON SERVONO

Lo dico senza pregiudiziali politici, ma da quello che ho ascoltato oggi in quinta commissione regionale, in cui le associazioni e degli operatori delle unità di strada che intervengono contro la tratta e lo sfruttamento sessuale in Veneto presentavano i dati della loro attività, la conclusione è semplice: ordinanze e ronde non hanno prodotto nessun effetto sulla diffusione della prostituzione in Veneto. Almeno 2000 le donne che si prostituiscono in strada nelle principali città venete, il 6% di età inferiore ai 18 anni. Un turn over del 30% annuo, un forte controllo da parte dei racket e quindi condizioni pesanti di sfruttamento e violenza.
Le associazioni e gli operatori hanno chiesto l'audizione preoccupati per il taglio a zero dei già pochi fondi regionali destinati al contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale e delle povertà estreme. La realtà che emerge dal loro racconto è quella di una prostituzione che rimane stabile sulla strada, ma che si moltiplica anche negli appartamenti, dove più difficile è l'intervento sia delle forze dell'ordine che degli operatori sociali. Contrariamente a quanto si crede, in appartamento lo sfruttamento è maggiore e la possibilità di sfuggire al controllo delle organizzazioni criminali molto difficile. Sentir parlare Barbara Maculan dell'associazione Mimosa di Padova, a nome di tutte le associazioni e delle cooperative sociali impegnate in Veneto su questo campo, fa riflettere: “Sono state oltre 400 le donne che si sono sganciate dallo sfruttamento grazie all'azione della rete di intervento sociale (unità di strada, assistenza sociale e sanitaria, reinserimento lavorativo) che corrispondono ad almeno altrettante denunce nei confronti degli sfruttatori”.
L'azione di chi cerca di cancellare questa vergognosa piaga dalle nostre strade rischia di interrompersi bruscamente se non verranno rifinanziati i capitoli regionali che per il momento sono stati azzerati. Se vogliamo guardare all'efficacia delle azioni più che alle posizioni ideologiche bisogna riconoscere che le unità di strada producono più contrasto, protezione sociale e sicurezza che le ronde e le ordinanze dei sindaci. Quindi mi auguro che l'appello lanciato dalle associazioni venga accolto dal Consiglio Regionale in occasione dell'assestamento di bilancio, rifinanziando i progetti di strada. D'altro canto si faccia nel territorio una seria verifica dei risultati prodotti dalle ordinanze, senza pregiudizi e polemiche: se una cosa non funziona va rivista con molta onestà.

1 commento:

  1. PROSTITUZIONE: blocchiamo i magnaccia editoriali.

    Non vorrei, come è già accaduto in questa rubrica, che questo intervento (di elettore di sinistra, senza punto interrogativo!) venisse interpretato in maniera prettamente negativa dato, e solo perché, è critico su quanto scritto dal consigliere regionale prof. Fracasso. Il quale sembra semplicisticamente attribuire l’incremento locale veneto della prostituzione alla carenza di fondi per le ‘unità di strada’ (di cui non nego l’importanza dell’azione), dato ancor più grave (a suo dire, ma non dimostrato) per l’affermato fallimento delle ‘ronde e delle ordinanze dei sindaci’ (sottintesi, ovviamente, specie leghisti).
    Il Consigliere afferma anche: ‘in appartamento lo sfruttamento è maggiore e la possibilità di sfuggire al controllo delle organizzazioni criminali molto difficile’.
    Bene… anzi malissimo! Perchè se si riconosce questa realtà, bisognerebbe intervenire proprio su questa e ci sono delle piccole cose (e specialmente una!) che si potrebbero fare molto facilmente e senza spese come ci permettiamo di suggerire.
    In questi giorni il Giornale di Vicenza ha raccontato un fatto preoccupante. Un medico ostetrico dell’ospedale di Arzignano esercitava l’aborto clandestino specie nei confronti di prostitute. Pare che verrà accusato, oltre che di questo reato, anche di favoreggiamento della prostituzione perché in qualche modo la favoriva sapendo cosa facevano le sue clienti.
    Lo stesso giornale parla spesso, prolissamente e con discutibili foto, di questo fenomeno e cioè dell’aumento delle prostitute in varie località della provincia e, ipocritamente, sembra dissentirne.
    Molto ipocritamente direi, dato che ogni giorno pubblica decine di annunci (sono sempre circa 50) in una rubrica chiamata “Prestazioni di servizio/Relazioni sociali” (sic!) che, più propriamente andrebbe chiamata: ‘Il mercato delle vacche’.
    Invece nessuno si lamenta, neppure il vescovo emerito Nonis, che regolarmente collabora con questo ‘giornalaccio’; nulla ha mai fatto il vecchio direttore Antonacci che si professava di ‘formazione cattolica’; tanto meno si lamentano i notabili del consiglio di amministrazione editoriale, pingui di denari e mai sazi. Nessuno, insomma, si accorge di nulla, nessun politico capisce che i luoghi di riferimento sono, appunto, appartamenti-bordello, nei quali come ha scritto già (vedi sopra) il prof. Fracasso stesso ‘lo sfruttamento è maggiore… eccetera’.
    Né mi sembra che le frasi riportate nei singoli annunci siano ambigue: “ Morettina molto sensuale, cerca amici tutti i giorni…”. Sfido il Consigliere a chiamare tutti i numeri e a verificare se c’è, casomai, al di là del filo una (a volte uno!) che chiede di frequentare il ricreatorio parrocchiale o di essere iscritto agli Scouts.
    In conclusione chiedo: secondo lei il Direttore responsabile del ‘giornalaccio’ (responsabile anche degli annunci pubblicitari quindi) non è al pari del medico Taylor Williamson ostetrico della Sierra Leone, perseguibile per favoreggiamento alla prostituzione con l’aggravante della via continuativa a mezzo stampa?
    Certo nei confronti di questi squallidi editori non serve un predicozzo, né farli vergognare pubblicamente perché hanno facce di bronzo. Ci vorrebbe una Legge nazionale, ma intanto lei non può farsi promotore a livello regionale di una iniziativa forte che abolisca questo sconcio? Non chiedo la chiusura (sarebbe purtroppo illegale) degli appartamenti, ma l’abolizione del favoreggiamento, camuffato da innocenti messaggi di chi ‘cerca lavoro’.
    Mi sembra che la questione si possa proprio inquadrare nella sua affermazione: “senza pregiudizi e polemiche: se una cosa non funziona va rivista con molta onestà”.
    Qui la cosa (cioè la pubblicità funziona, eccome!) ed allora non aspettiamo che l’idea buona … arrivi all’assessore leghista Marcigaglia di Arzignano e la proponga a Zaia!

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