venerdì 22 gennaio 2010

Il simbolo della tristezza: martelli pneumatici in piazza ad Arzignano
L'inizio della demolizione della panchine in pietra nella piazza centrale di Arzignano è il simbolo della tristezzza che l'amministrazione Gentilin ha portato in città. All'assessore ai lavori pubblici Massimo Signorin le panchine "fanno schifo" ha letteralmente dichiarato. Tanto basta per buttare dalla finestra i soldi dei cittadini per demolire l'esistente e rimettere delle panchine in ferro! Assistiamo al simbolo di questa nuova amministrazione: distruggere senza saper costruire, portare i martelli pneumatici in piazza. Certamente sarà soddisfatto quell'automobilista che si dice abbia picchiato con l'auto una delle panchine, o qualche commerciante arrabbiato che vorrebbe che le auto potessero parcheggiare dentro il suo negozio. Indignati sono tanti cittadini arzignanesi difronte allo scempio inutile, allo spreco di denaro pubblico, al delirio distruttivo dei nuovi amministratori. Avevano promesso il sorriso è hanno portato in piazza la tristezza dei martelli pneumatici. Stanno sfregiando la piazza, il luogo più amato dagli arzignanesi e per farlo hanno trovato quei soldi che per mesi hanno detto che mancavano. Sarebbe stato meglio che i soldi non ci fossero stati davvero, almeno ci avrebbero risparmiato questa inutile follia.
Su fb il gruppo "NON TOCCATE LE PIAZZE DI ARZIGNANO"

mercoledì 13 gennaio 2010

L'anno nuovo di Rosarno
Forse ci sarà anche un contributo arzignanese per la ricostruzione sociale di Rosarno. L'esperienza di mediazione civica nata ad Arzignano viene ora portata come esempio e risorsa. Peccato che fino a qualche giorno fa l'amministrazione cittadina non ne parlasse in modo lusinghiero, dei mediatori civici intendo. Soldi buttati secondo autorevoli esponenti della stessa, soprattutto dell'immancabile assessore al bilancio, che si guardava bene dall' aggiungere che il progetto è finanziato dal Ministero del Welfare. Cose trascurabili, comunque. Rosarno è il segno di un disastro sociale che ha molti mandanti a iniziare dalla criminalità calabrese e molti testimoni inermi (ispettorato del lavoro, azienda sanitaria, forze di polizia, comune.... ). Rosarno è anche la dimostrazione di dove porti la voglia di dividere, di separare, di alimentare diffidenza e intolleranza. Il nord non è Rosarno, e Arzignano lo dimostra, eppure Rosarno qualcosa insegna anche a chi al nord semina divisioni, lancia anatemi, alimenta intolleranza, all'unico scopo di raccogliere facile consenso. Per questo ho rimesso in testa alla spalla del blog il "Tentattivo di decalogo per la convivenza..." di Alex Langer. Ancora una volta la domanda è su cosa vogliamo scommettere per la società che viene: su quel divide o su quel che unisce?