giovedì 5 novembre 2009

Spingendo la notte più in là
Non è appena uscito, eppure il libro di Mario Calabresi, figlio del commissario Calabresi ucciso nel 1972 a Milano, è di grande intensità e non invecchia. "Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo" recita il sottotitolo, e le pagine svelano quasi con pudore i dolori, le angosce, la rabbia delle vittime di una pagina sanguinosa della nostra storia recente, quella della violenza politica. Oggi Calabresi dirige con intelligenza ed equilibrio la Stampa di Torino. Ho letto "Spingendo la notte più in là" alternandolo con il libro del figlio di Vittorio Ambrosoli, anch'egli vittima, ma stavolta dell'intreccio di mafia, finanzia e politica. Ambrosoli fu il curatore del fallimento delle banche di Sindona. Il figlio, Umberto, ne ricostruisce la vicenda con gli occhi del bambino, che vede e sente precipitare la violenza dentro gli affetti famigliari. C'è in entrambe le vicende un sentimento forte di orgoglio, per vite spese bene anche se tragicamente interrotte. Due letture per questi tempi incerti.

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