venerdì 21 novembre 2008

Arzignano, gli stranieri e Repubblica

Il 18 novembre scorso il quotidiano La Repubblica ha dedicato una pagina intera alla realtà di Arzignano prendendo spunto da uno studio apparso sulla rivista Economia e politica industriale. Nello studio due economisti sostengono che saremmo un caso di "delocalizzazione inversa", invece di spostare i capannoni in giro per il mondo gli imprenditori avrebbero chiamato il mondo ad Arzignano, con annessi e connessi. Dall'articolo esce una immagine complessa della realtà arzignanese, per una volta non scontata e libera da pregiudizi anche se il titolo lascia a desiderare. Un "acconto sulla società italiana del prossimo decennio" come conclude l'autore? Certo una scommessa. Leggere per giudicare.


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giovedì 20 novembre 2008

La crisi, i dispersi e gli orfani
Dieci giorni passati ad ascoltare artigiani, industriali, banche, sindacati, difronte a una crisi non più annunciata ma vissuta. Nessuno che riesca a vedere oltre l'orizzonte fosco dei prossimi mesi. Eppure tutti ad attendere che da qualche parte spunti qualcuno o qualcosa in grado di far sterzare l'intero mondo. Si contano già i primi dispersi: "deregulation men", chi se li ricorda? Scomparsi, svaniti nel nulla i testimonials del "mercato che a tutto provvede", nemmeno il fido Tremonti, che piaceva di più quando era antipatico, azzarda i suoi teoremi liberisti. Orfani, questo sembriamo. Orfani della grande ideologia della fine del secolo scorso, del potere salvifico del gioco economico senza regole. E ci guardiamo intorno, disorientati, in cerca di un padre o di una madre nuovi, per vedere oltre l'orizzonte.

venerdì 7 novembre 2008

Lo specchio della città
Le parole pronunciate dall'arch. Renzo Piano in occasione dell'inaugurazione di Potzdammer Platz, rifatta dopo la caduta del muro di Berlino, mi hanno senpre intrigato. Città e cittadini specchio l'una degli altri, città come emozione, come orgoglio di appartenenza. Quali sono i luoghi di Arzignano specchio degli arzignanesi? Oggi più che mai la piazza, io penso. Dal Grifo alla stazione ci ritroviamo una nuova latitudine non solo architettonica ma anche di emozioni. E' cambiato il passeggiare ozioso, il trattenersi all'aperto all'ora dello spritz, l'entrare e l'uscire dalla biblioteca/piazza. E ancora il girovagare di biciclettine a tre ruote in Campo Marzio , prima inesistenti, il meticciamento di stranieri e italiani. Le notti estive....